lunedì 19 gennaio 2015

COFFERATI,SEMPRE LA SOLITA STORIA



DI GIULIO CAVALLI Sto lavorando in queste ore ad una puntata di Radio Mafiopoli sulle primarie liguri e i condizionamenti mafiosi che hanno di certo partecipato al voto. Scrivo di certo perché ci sono le prove fotografiche (e tanto per prevenire alcuni commenti: sì ci siamo già mossi in Procura). Mi ricordo che quando furono

moltissimi stranieri a votare alle primarie di Napoli si alzò (giustamente) un polverone tale che alla fine vennero addirittura invalidate mentre in questo caso evidentemente tutto è passato molto di più sotto traccia: è la banale ciclicità della politica che quando si sveste dai valori diventa un ripetersi degli stessi errori con risultati differenti in base alla forza del gruppo dirigente di turno. Ma al di là della questione squisitamente politico-affaristica-mafiosa assisto con molta malinconia a chi spera in una “nuova sinistra” figlia di queste primarie e della fuoriuscita di Cofferati che, con tutto il rispetto, mi sembra un ottimo interprete di molti dei mali della sinistra: poco incline a mantenere le promesse (ne scrivevamo qui), vissuto come appartenente ad un’era geologica fa e ovviamente sconfitto. Ecco: pensare che la nuova sinistra possa (o debba) essere l’ennesima costola perdente con una spolverata di tsiprasismo è il preludio dell’ennesima marcia che suona stantia ed entra a pieno titolo in un’alternativa del meno peggio. Perché mi piacerebbe sapere, ma onesti onestamente, quanti conoscono le eventuali grandi innovazioni del programma di Cofferati. Al di là degli schieramenti interni e esterni, quelli che Tsipras è riuscito ad amalgamare. Appunto.

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